Grazie, Emilia. Noi ci siamo!


Passati venti anni dalla prematura scomparsa di Emilia Hazelip, il suo lascito all’umanità è oggi più che attuale. “L’agricoltura basata sull’autofertilità del suolo è l’agricoltura del futuro e la salvezza del pianeta”. Così ci ha insegnato Emilia dopo aver studiato, ricercato e messo in pratica l’Agricoltura Sinergica per oltre quaranta anni.

Sin dall’origine l’Agricoltura Sinergica è sempre stata sostenibile, etica e trasformatrice di modelli esauriti. In un’era in cui si parla di transizione energetica, decrescita sostenibile e ritorno alla terra, le basi del metodo creato da Emilia Hazelip sono disponibili a chi vuole rendere l’attività agricola di qualsiasi dimensione efficace, economica ed emancipata dall’industria chimica.

Si, lei è stata una pioniera, una di quelle menti illuminate che ogni tanto transitano su questo pianeta. Dalle “terre bruciate in Castiglia” dov’è nata e cresciuta fino all’ultima esperienza nelle Prealpi francesi, ha sempre sostenuto che i metodi agricoli del post guerra non erano in sintonia con i movimenti del suolo stesso. Lasciavano piuttosto una scia di inquinamento, desertificazione e morte.

Già consapevole che il “suolo era vivo”, l’incontro con “La rivoluzione del filo di paglia” di Masanobu Fukuoka, ritenuto il padre dell’agricoltura naturale, è stato uno spartiacque nella vita di Emilia. Esattamente come anche oggi accade a tante persone che si avvicinano al metodo di coltivazione sinergico. Dopo aver messo in pratica in Europa e in California i consigli di Fukuoka senza successo, Emilia aveva compreso che non sarebbe stato possibile riprodurre in Europa le tecniche del maestro giapponese. Climi e terreni diversi richiedevano un altro approccio per la pratica dell’agricoltura naturale. Mantenendosi al massimo fedele alle tecniche di Fukuoka, Emilia le ha adattate al contesto mediterraneo per la produzione di frutti e ortaggi. Ad oggi la produzione sinergica rimane all’avanguardia quando si parla di qualità nutrizionale, risparmio energetico e protezione del suolo.

L’Italia è stata la culla dell’Agricoltura Sinergica. Nelle colline ligure Emilia ha tenuto i suoi ultimi corsi e d’allora la pratica si è diffusa in tutto il territorio ed anche all’estero. Dopo la sua scomparsa, ritrovandosi “soli”, i suoi allievi hanno compreso l’importanza dell’eredità di Emilia e hanno deciso di portare a termine quello che era stato il desiderio della maestra: fondare una Scuola di Agricoltura Sinergica. Così è nata informalmente la Libera Scuola di Agricoltura Sinergica, che poi nel 2015 si è costituita legalmente Associazione di Promozione Sociale del Terzo Settore.

Attualmente l’APS è il contenitore mediante il quale soci ed insegnanti continuano a diffondere il metodo tramite giornate ed incontri pubblici, corsi ed altre attività di interesse sociale ed agro ecologico. La mappa della diffusione dell’Agricoltura Sinergica che trovate nella scheda ad hoc qui sul sito attesta l’efficacia del metodo che è alla portata di chiunque abbia voglia di sperimentarlo. Dall’orto domestico agli orti scolastici, dalle aziende agricole alle università, l’Agricoltura Sinergica ha trovato campo fertile nel promuovere l’attività agricola nel rispetto della terra, dell’umanità e della nostra casa comune.

Nel contesto europeo, il quantitativo delle terre agricole che vengono coltivate con metodi organici cresce ogni anno. Nel 2023 i dati della Commissione Europea rivelano che quasi il 10% dell’area agricola del continente produceva attraverso metodi biologici. Dal convegno “20 anni di Agricoltura Sinergica – fuori del proprio orticello” tenutosi a Rieti a marzo del 2023 è venuto alla luce che le aziende agricole biologiche sono pronte a risparmiare e rendere più efficace e sostenibile la loro attività attraverso la ricerca e l’innovazione inerenti alla conversione all’Agricoltura Sinergica.

Dall’incontro annuale del gruppo degli insegnanti tenutosi in Molise a giugno del 2023 è emersa anche la necessità di aggiornare il percorso triennale di formazione dei futuri tecnici e insegnanti di Agricoltura Sinergica. Poiché sono loro gli artefici della transizione agricola ecosostenibile – una figura che sempre di più verrà chiamata a servire la natura in modo professionale –, possiamo dire che noi ci siamo, Emilia! Anche noi crediamo ad un sistema agricolo che produce vita anziché morte. Che produce cibo vero, pulito e nutriente. Che non vede il suolo soltanto come un erogatore di merci, ma come una risorsa viva che va custodita e tutelata perché senza suolo fertile l’umanità non può prosperare.